Palazzo di Giustizia di Bari

location

Bari

Cliente

Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche

Anni

2024

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

La SIA S.p.A., per incarico ricevuto dal Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche, si è aggiudicata la verifica della sicurezza strutturale dell’edificio e di vulnerabilità sismica sul cui esito è stato conformato al progetto di fattibilità tecnico economica per gli interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico del Palazzo di Giustizia, sito in Bari. 

Il nostro impegno è stato mirato a identificare e risolvere potenziali rischi strutturali, garantendo allo stesso tempo il pieno funzionamento delle attività svolte all’interno dell’edificio durante il processo di miglioramento. Il Palazzo di Giustizia, sito in una zona densamente urbanizzata di Bari, è stato soggetto a un’analisi dettagliata per garantire la sua sicurezza e operatività ottimali.

Tra gli obiettivi principali del progetto vi era il miglioramento significativo dell’efficienza energetica dell’edificio. In conformità alle direttive nazionali, ci siamo impegnati a ridurre i consumi di energia primaria del 20% e a rispettare i parametri minimi indicati dalla Legge n. 90/2013.

Il nostro approccio integrato ha permesso di coordinare efficacemente i lavori di verifica strutturale e miglioramento energetico sotto la stessa direzione, garantendo un’ottimizzazione dei tempi e delle risorse impiegate.

Nel perseguire l’obiettivo di sostenibilità ambientale e sicurezza strutturale, La SIA si è impegnata a rispettare i requisiti ambientali minimi e a raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano di Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione. Questo ha incluso il riuso del 70% dei materiali di scarto al fine di minimizzare l’impatto ambientale degli interventi.

L’attività di progettazione è stata articolata in varie fasi. Inizialmente, è stata condotta un’analisi dettagliata del Palazzo di Giustizia, comprensiva dello stato di consistenza, delle caratteristiche strutturali e impiantistiche, nonché dello studio del contesto urbanistico circostante. Successivamente, sono state effettuate indagini approfondite, che hanno incluso la verifica di sicurezza strutturale e di vulnerabilità sismica dell’edificio.

Basandoci sui risultati di queste indagini, sono stati identificati gli interventi necessari per l’adeguamento normativo e funzionale del Palazzo di Giustizia di Bari, nonché per il suo miglioramento energetico. 

Le opere civili prevedevano la sostituzione degli infissi, l’isolamento dei lastrici solari e altre opere edili complementari. 

Da un punto di vista impiantistico, sono state previste varie azioni, tra cui la sostituzione delle Unità di Trattamento dell’Aria (UTA), l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza, e l’installazione di un impianto fotovoltaico in copertura.

Per quanto riguarda le opere strutturali, in seguito alla verifica di vulnerabilità sismica, sono stati pianificati interventi di rinforzo strutturale, tra cui l’utilizzo di controventi con tubolari in acciaio, telai di rinforzo ed irrigidimento a confine con l’edificio esistente, e telai di contrasto al piano seminterrato.

indagini effettuate

Rilievo laser scanner ed elaborazione della nuvola di punti 

Il rilievo ha interessato le facciate esterne, quelle delle chiostrine interne, le coperture e le terrazze accessibili. 

Il risultato finale è stato una nuvola di punti colorata, con un “rumore” quasi nullo quindi più nitide e di alta qualità, ricche di dettagli. La nuvola è stata necessaria per fornire una base certa per la successiva fase di modellazione BIM dell’edificio e la sua georeferenzia.

ANALISI ENERGETICA DEL FABBRICATO

Ai fini della progettazione degli interventi di efficientamento energetico è stata effettuata un’analisi atta a determinare il profilo energetico dell’edificio sia sotto il profilo dei consumi che quello degli indici di prestazione energetica. Gli impianti precedenti, non erano in grado di garantire il necessario ricambio di aria, né di mantenere condizioni di comfort termo-igrometrico in inverno e in estate. Pertanto, gli interventi proposti hanno avuto non solo lo scopo di ridurre i consumi energetici del 20% come richiesto, ma anche quello di rendere l’impianto adatto a soddisfare i fabbisogni richiesti. Relativamente ai consumi di energia elettrica per illuminazione si sono considerate le lampade precedentemente installate, che erano a tubi fluorescenti lineari di vecchia tipologia.

 Il modello energetico post-operam è stato ottenuto sulla base di quello ante-operam, considerando le seguenti sostituzioni e integrazioni: 

– La sostituzione degli infissi con altri delle migliori caratteristiche termiche e solari, in linea con le caratteristiche richieste dal DM del 25/06/2015 (il cosiddetto “Decreto dei minimi”) per le ristrutturazioni importanti di secondo livello.
– Rifacimento dell’isolamento della copertura in modo da soddisfare le caratteristiche di trasmittanza richieste dal DM del 25/06/2015 per le ristrutturazioni importanti di secondo livello.
– Sostituzioni delle UTA precedenti (non dotate di nessun recupero di calore) con altre con la stessa portata di aria primaria prodotta nello stato precedente, ma dotate di recupero di calore con ruota entalpica a recupero totale, tecnologia che realizza i massimi valori di efficienza potendo recuperare sia parte del calore sensibile che latente dell’aria di espulsione.
– Integrazione del generatore di calore costituito da n.2 pompe di calore esistenti con altre n.2 della stessa potenza frigorifera nominale ma in grado di garantire la necessaria potenza termica e frigorifera a efficienze molto elevate
– Installazione di lampade a led al posto di quelle fluorescenti
– Installazione un impianto fotovoltaico di ca. 113 kW di picco con pannelli piani mono cristallini orientati a sud e inclinati di ca. 30° rispetto al piano orizzontale.

La classe energetica dell’edificio, passando dallo stato di fatto allo stato di progetto, è passata da D a B, ovvero è migliorata di 2 di classi. L’indice di prestazione energetica globale totale passando dallo stato di fatto allo stato di progetto si è ridotta da 364,7 kW/m2anno a 214,6 kW/m2anno, con una riduzione percentuale dell’energia consumata globalmente in un anno paria al 41,2%. 

Il risparmio globale conseguito in termini percentuali è stato quindi maggiore del valore minimo richiesto per l’ottenimento degli incentivi (20%).

DESCRIZIONE OPERE EDILI ED AFFINI

Per quanto concerne le opere edili, queste si pongono in relazione con il primo dei due obiettivi individuati all’interno del Documento di indirizzo alla progettazione, ovvero quello di apportare miglioramenti significativi alla gestione energetica dell’edificio sotto il profilo tecnico, economico e dei consumi. Pertanto, come esplicitato all’interno del DIP, l’intervento ha previsto la sostituzione degli infissi esistenti e l’isolamento termico dei lastrici solari senza però andare ad intervenire sulle facciate prive di rivestimenti lapidei mediante cappotto termico. A questi interventi sono state aggiunte tutte le opere edili complementari ritenute necessarie. Propedeutica alla scelta di tali interventi, è stata l’analisi approfondita del progetto esecutivo antincendio finalizzato all’adeguamento normativo e funzionale del Palazzo di Giustizia al fine di porlo in conformità rispetto a quanto previsto all’interno del presente PFTE. A tal proposito, va premesso che gli interventi disposti all’interno del PE relativamente alle opere edili sono stati i seguenti:

– Opere murarie: demolizione e ricostruzione delle tramezzature esistenti al fine di riconfigurare o creare le compartimentazioni antincendio dell’edificio

– Controsoffitti e opere in cartongesso: posa in opera di diverse tipologie di controsoffitto nei corridoi di distribuzione dell’edificio, nei punti dove occorreva mascherare il passaggio di reti impiantistiche e all’interno dei filtri antifumo

– Pavimentazioni interne ed esterne

– Rivestimenti e finiture: posa in opera di calce per interni e tinteggiature sulle tramezzature interne oggetto di ricostruzione e posa in opera di rivestimento a tutta altezza sulle pareti di nuova realizzazione all’interno dell’Aula della Corte d’Assise al primo piano e dell’Aula Magna al terzo piano

– Infissi interni: posa in opera di porte antincendio a uno o due battenti per la configurazione dei compartimenti antincendio e la realizzazione dei percorsi di esodo

– Infissi esterni: sostituzione soltanto di alcuni degli infissi esistenti con profilati di PVC e vetrocamera di sicurezza costituito da doppia lastra in cristallo float con interposta pellicola in polivinilbutirrale (PVB)

– Sostituzione di ringhiere e balaustre

– Rifunzionalizzazione degli ascensori

– Ristrutturazione dei servizi igienici

DESCRIZIONE OPERE STRUTTURALI

La progettazione e la costruzione del fabbricato risalgono ai primi anni ’60 dello scorso secolo, esso è costituito da più corpi in adiacenza separati da giunti costruttivi di tipo non sismico. In corrispondenza di tali giunti, le strutture portanti verticali e dell’implacato (travi e pilastri) si raddoppiavano e gli edifici risultavano praticamente in aderenza tra loro. Un blocco centrale, in cui è presente l’accesso principale al Palazzo di Giustizia, a sua volta diviso costruttivamente in 3 corpi giuntati e adiacenti denominati rispettivamente “C”, “D”, “E”; ad ovest il blocco “A” ed il blocco “B” (costituito anch’esso dall’unione di singoli corpi giuntati), mentre a nordest il blocco denominato “F”.

Le strutture portanti in conglomerato cementizio armato, aventi telai disposti nelle due direzioni ortogonali e travi quasi sempre a spessore di solaio.

Risale al 2019 il progetto di ristrutturazione degli elementi strutturali (travi, pilastri e solai) del piano interrato, nella zona sottostante il piazzale scoperto dell’ingresso principale, elementi risultati interessati da fenomeni di degrado quali distacco del copriferro a seguito di ossidazione delle armature e sfondellamento dei solai, fenomeni questi correlati a fattori ambientali quali umidità e infiltrazioni d’acqua provenienti dai livelli soprastanti, non più efficienti dal punto di vista dell’impermeabilizzazione.

Verifica della sicurezza strutturale e di vulnerabilità sismica

Per ciò che riguarda l’aspetto strutturale è stata condotta l’attività di valutazione della sicurezza strutturale dell’edificio ai sensi del paragrafo 8.3 del D.M. 17.01.2018 (Aggiornamento delle «Norme Tecniche per le Costruzioni»). La valutazione della sicurezza di una struttura esistente è un procedimento quantitativo, volto a determinare l’entità delle azioni che la struttura è in grado di sostenere con il livello di sicurezza minimo richiesto dalla su citata normativa. Essa è stata condotta con riferimento:

– alle combinazioni di azioni che interessano normalmente la struttura ed, in particolare, con riferimento ai carichi gravitazionali;

– alle combinazioni sismiche.

In entrambi i casi è stato ricavato il livello di sicurezza della costruzione espresso rispettivamente mediante:

– zV = Rd / Ed (rapporto tra capacità di prestazione e domanda di prestazione in condizioni statiche);

– zE = Rd / Ed (rapporto tra capacità di prestazione e domanda di prestazione in condizioni sismiche);

Nella tabella seguente sono riepilogati i predetti rapporti:

Da essa si è ricavato che la struttura risultava adeguata con riferimento ai carichi gravitazionali mentre erano necessari interventi di adeguamento sismico che consentivano di elevare il livello di sicurezza zE da 0.73 ad 1. Per il conseguimento di tale obiettivo sono stati progettati degli interventi che hanno la finalità di ridurre gli spostamenti strutturali indotti dall’azione sismica di progetto a valori compatibili con le capacità di prestazione della struttura riducendone quindi le sollecitazioni a valori accettabili per la stessa. Tale scopo è stato raggiunto progettando delle rigidezze additive, mediante delle controventature metalliche non dissipative che possedevano la funzione predetta. Tali controventature, realizzate con tubolari metallici ad X, saranno da installare in posizioni precise all’interno di talune maglie strutturali. Una ulteriore tipologia di interventi da installare nel piano seminterrato, all’interno delle intercapedini, un sistema di contrasti in grado di bloccare gli spostamenti della porzione di costruzione interrata contro il muro di sostegno perimetrale.

Interventi di adeguamento strutturale 

Le tipologie di intervento previste PFTE redatto da La SIA sono di seguito elencate: 

  • Controventi con tubolari in acciaio ad X: I controventi rappresentano delle rigidezze additive con funzione di regolarizzazione delle forme modali e riduzione degli spostamenti massimi che verranno inseriti in corrispondenza di alcuni allineamenti sulle superfici interne in maniera da non produrre modifiche al prospetto.
Intervento tipologico (tipo1): Irrigidimento di alcune maglie strutturali con controventi a X
  • Telai di rinforzo in acciaio al piano -1: realizzati al piano seminterrato con lo scopo di rinforzare le strutture esistenti in corrispondenza delle controventature poste ai piani superiori.
Intervento tipologico (tipo2): Telai di rinforzo in acciaio al piano seminterrato
  • Telai di rinforzo ed irrigidimento a confine con l’edificio esistente (corpo A) Telai di rinforzo ed irrigidimento a confine con l’edificio esistente (Corpo A) per ricostruire un telaio in corrispondenza della porzione a sbalzo dell’edificio. Questo telaio consente l’installazione su tale superficie delle controventature ad X altrimenti impossibili da installare.
Intervento tipologico (Tipo 3): Telai di rinforzo ed irrigidimento a confine con l'edificio esistente
  • Telai di contrasto in corrispondenza del piano seminterrato: Hanno la funzione di contrastare la porzione di edificio al piano seminterrato con la parete di sostegno controterra. Tale intervento è stato previsto solo in corrispondenza delle porzioni di perimetro in cui è presente un’intercapedine tra edificio e terrapieno.
Intervento tipologico (Tipo 4): Irrigidimento di contrasto al piano seminterrato

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