La progettazione degli impianti di sicurezza

Quali sono gli impianti di sicurezza

Gli impianti di sicurezza vengono progettati allo scopo di proteggere i beni materiali ed immateriali, mobili ed immobili, mediante l’utilizzo di tecnologie che, grazie all’introduzione di specifici componenti e software, permettono di monitorare lo stato dei luoghi che si vogliono preservare.
Nello specifico quando si parla di impianti di sicurezza ci si riferisce ai sistemi di controllo accessi e presenza, ai sistemi antintrusione ed agli impianti di videosorveglianza (TVCC).
Il sistema di controllo accessi gestisce l’accesso a determinati locali attraverso l’utilizzo di apparati elettronici come lettori di badge o lettori biometrici, permettendo di monitorare l’ingresso e l’uscita delle persone autorizzate. Tale sistema può essere, inoltre, utile per autorizzare l’accesso dei veicoli attraverso l’utilizzo di telecamere di lettura targhe, per attivare/disattivare altri impianti di sicurezza, memorizzare il transito delle persone o dei mezzi e vietare l’ingresso in determinate fasce orarie.
Ad integrazione dei sistemi di controllo accessi ci sono gli impianti antintrusione, che sono costituiti da un complesso di dispositivi in grado di rilevare i tentativi di violazione di un perimetro controllato. Le moderne centrali di antintrusione, che costituiscono il vero e proprio “cervello” del sistema, permettono di monitorare lo stato dei luoghi, gli eventuali allarmi ma anche di attivare/disattivare determinate zone da remoto attraverso l’uso di software di gestione.
Gli impianti antintrusione possono essere divisi in due categorie:
• Sistemi di rivelazione per esterno: proteggono il perimetro esterno del sito mediante l’utilizzo di sensori (barriere a microonde, barriere a infrarossi, sensori interrati o sensori da installare sulla recinzione) che vengono scelti in base all’area e al tipo di montaggio che si vuole effettuare.
• Sistemi di rivelazione per interni: destinati alla protezione sia del perimetro interno dell’area (contatti magnetici installati su porte e finestre, sensori piezometrici) che dell’ambiente interno (rivelatori volumetrici).
La norma CEI 79-3 definisce la sequenza delle fasi da rispettare per la corretta progettazione di un impianto antintrusione, indicando i metodi con cui effettuare l’analisi dei rischi al fine di poter individuare il grado di sicurezza corretto per la protezione del sito.
In associazione alle tipologie di impianti sopra citate si può installare un sistema di videosorveglianza (impianto TVCC) in grado di accertare e valutare gli eventi sulla base di informazioni visive. Questi sistemi forniscono al personale preposto alla sorveglianza sia le immagini del perimetro (attraverso l’utilizzo di telecamere posizionate ad inseguimento) che quelle dei locali da controllare.

Il progetto degli impianti di sicurezza

La predisposizione di un progetto, preliminare, definitivo o esecutivo, prevede come prima istanza un sopralluogo tecnico, durante il quale si esamineranno lo stato dei luoghi, le esigenze del cliente, i punti di vulnerabilità ed eventuali tecnologie già presenti da dover integrare e/o sostituire.
Sulla base del sopralluogo viene effettuata un’analisi dei rischi, attraverso la quale si potrà individuare il livello di sicurezza necessario. La stesura del progetto vero e proprio prevede uno studio accurato dei luoghi e delle attività che si svolgono all’interno di essi al fine di individuare i sistemi che dovranno essere installati sia all’esterno che all’interno del sito.
La protezione dei luoghi viene, infatti, articolata su livelli concentrici, si comincia a progettare dall’esterno all’interno e viceversa, individuando in particolar modo eventuali locali ad alto rischio che necessitano di una maggiore attenzione per le attività che vi si svolgono internamente o per le informazioni in essi contenute. Sulla base delle esigenze della committenza si può, inoltre, valutare l’utilizzo di un sistema integrato di gestione degli allarmi e degli eventi che permetta di verificare lo stato degli impianti mediante l’uso di applicazioni per smartphone e tablet o attraverso l’utilizzo di pc client posizionati nei locali adibiti alla sorveglianza. Questo elemento diventa di fondamentale importanza specialmente per strutture grandi che presentano un elevato numero di componenti in campo e necessitano un controllo puntuale di essi. Una rete di networking asservita esclusivamente ai sistemi di sicurezza consente di veicolare i flussi video delle telecamere, gli allarmi e le segnalazioni dei vari sistemi verso il sistema di gestione.
LA SIA s.r.l., grazie alle competenze specialistiche nell’ambito degli impianti di sicurezza, è in grado di progettare tale tipologia di sistemi sia per siti industriali e commerciali che per aree di tipo militare avendo, infatti, elaborato le contromisure necessarie per l’innalzamento degli standard di sicurezza fisica dei siti Leonardo S.p.A., gruppo industriale internazionale attivo nei settori dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza.

Il rispetto della privacy sin dalla fase di progettazione degli impianti di videosorveglianza

Come noto, il 25 maggio scorso è entrato in vigore il Regolamento UE 2016/679 (in breve “GDPR”) il quale, unitamente al d.lgs. 101/2018 di recepimento dello stesso, ha rinnovato la normativa in materia di privacy.
Una delle novità più rilevanti del GDPR, rispetto alle direttive precedenti, è nel fatto che lo stesso fornisce indicazioni precise sulle architetture di trattamento dei dati, le quali devono garantire il raggiungimento degli obbiettivi di protezione dei dati stessi.
Ciò comporta che tutti gli operatori sono tenuti, sin dalla fase di progettazione di impianti di videosorveglianza e controllo accessi, al rispetto di quanto prescritto della normativa privacy, garantendo così la cosiddetta privacy by design e privacy by default ( ovvero “per impostazione predefinita”).
In breve, la privacy by design e la privacy by default impongono a chi sviluppa un progetto, in cui sia implicato il trattamento di dati personali (come appunto la videosorveglianza ed il controllo accessi in generale), l’introduzione di misure preventive (tecniche, documentali ed organizzative) che siano strutturalmente in grado di garantire la sicurezza del trattamento dei dati sia già nel momento in cui l’architettura stessa è progettata e sia per tutta la durata del trattamento stesso.
Come indicato dallo stesso GDPR, tali misure potrebbero consistere, tra l’altro, nel ridurre al minimo il trattamento dei dati personali, limitando sia l’accesso alle immagini in diretta o registrate e sia l’area ripresa, introdurre sistemi di criptografia delle immagini, offrire trasparenza per quanto riguarda le funzioni e il trattamento di dati personali e consentire al titolare del trattamento di creare e migliorare caratteristiche di sicurezza.
Quella introdotta dal GDPR è una vera e propria rivoluzione, la quale investe il trattamento dei dati non più solo nella fase “operativa” ma si allarga fino ad includere la fase di progettazione ed installazione, rendendo attori nel processo di trattamento dei dati anche le aziende che progettano gli impianti.

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